Dancalia, fragile e crudele

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On Settembre 18, 2014, Posted by , In Notizie dai soci, With No Comments

La guida Afardi Stefania Marchitelli

La Dancalia è la regione del corno d’Africa compresa fra Eritrea e Etiopia, una terra magica fatta di grandi bacini di sale, geyser e pozze acide con colori che sembrano ritoccati da un photoshop sovrannaturale, più l’Erta Ale, uno dei vulcani maggiormente attivi sulla terra. Proprio in questa regione si trova il punto più basso dell’Africa, il lago Assal (155 metri sotto il livello del mare) dove le temperature durante la stagione secca superano i 55 gradi centigradi e l’acqua è fortemente salata, con un grado di salinità dieci volte maggiore a quella degli oceani.

Gli Afar sono gli unici ad abitare questa terra inospitale, nomadi da sempre, abitano in capanne di fango e rami secchi, spesso passando per il deserto si vedono capanne isolate, dentro donne e bambini e ci si chiede come possano sopravvivere, come facciano a trovare il cibo. Nonostante i tentativi del governo Etiope gli uomini non hanno assolutamente rinunciato alla loro condizione di nomadi e guerrieri, così questo popolo vive solo estraendo e vendendo il sale che si trova nei tanti laghi asciutti.

Il National Geographic lo ha definito “il luogo più crudele sulla faccia della terra”, ma la Dancalia offre uno spettacolo di rara bellezza, l’acqua è turchese con riflessi smeraldo gialli, qua e la emergono atolli di sale di un bianco puro che creano stupefacenti giochi di luce. Tutt’attorno il suolo è ricoperto di sale, si tratta del più grande deposito di sale del pianeta, dal quale le carovane degli Afar partono per commerciare con l’Etiopia.

Questo posto prima era accessibile solo ai dromedari ma ora i cinesi stanno costruendo una strada che possa permettere ai camion di accedervi, ciò vuol dire che in tempi brevi questa ricchezza si esaurirà, quando arriveranno i mezzi meccanici il ruolo degli Afar non servirà più e loro si ritroveranno con una terra devastata e senza lavoro. Ma non è solo il sale ad interessare i governi dei paesi come Cina e Stati Uniti, sotto la Dancalia c’è un bacino minerario di 105 milioni di tonnellate di potassio, che si usa nell’agricoltura e nella costruzioni di esplosivi, in suoli poveri di potassio le piante da frutta e i cereali crescono a stento, gli steli cedono subito sotto il vento e la pioggia e la pianta muore in breve, l’agricoltura è un nodo importante perché uno dei problemi fondamentali del futuro sarà l’alimentazione. È facilmente comprensibile che popoli come l’India, la Cina e gli Stati Uniti  bisognosi di risorse alimentari stiano facendo a gara per garantirsi sostanze come il potassio.

Ma senza sale e depredati dal potassio che fine faranno gli Afar e la loro terra? Loro non sono minimamente in grado di difendersi – afferma Gianni Tassi – perché hanno l’illusione che con l’arrivo delle multinazionali ci saranno più soldi per loro. Alcuni Afar già lavorano per industrie cinesi o americane, raccolgono e spostano sassi per un compenso di un dollaro al giorno, ma questo non porta a nulla perché queste aziende non stanno creando strutture professionali che diano agli Afar possibilità di futuro e crescita lavorativa». Quando tutto il sale e il potassio finiranno, a questo popolo non rimarrà nulla, né la terra né la possibilità di viverci. In una decina di anni potremmo avere della Dancalia solo belle foto del suo popolo e dei suoi scenari spettacolari.

Info: Museo della Ceramica, Palazzo Brugiotti, via Cavour, 67, Viterbo
Ingresso libero, 20 settembre – 5 ottobre. Apertura: Giovedì, venerdì, sabato e domenica. Orario: 10-13; 16-20
www.dancalia.it

 

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