Perché una Carta dell’informazione ambientale?

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Marco Gisotti

“Io mi feci portavoce di quei montanari e scrissi un articolo per l’Unità,
indicando quello che sarebbe potuto accadere e che oggi è accaduto”.

Tina Merlin

I temi della crisi ecologica da argomento di frontiera, trattato da alcuni giornalisti pionieri nei decenni passati, oggi vengono riproposti nel sistema mediatico in maniera trasversale e sempre più frequentemente. Non soltanto la questione dell’Ilva di Taranto, che pure sarebbe rappresentativa della capacità di un tema di allarme ambientale di essere di volta argomenta per le “pagine” giudiziarie, politiche, di cronaca locale o scientifiche, ma anche la trattazione sempre più richiesta di articoli e inchieste che spaziano dalla politica internazionale ai consumi personali, dall’occupazione ai cento allarmi ecologici che in ambito locale o globale vengono sollevati.

Inoltre gli interessi economici di parte, da un lato, e una diffusa ignoranza scientifica, dall’altro, rappresentano gli estremi di un sistema mediatico inquinato e difficile da interpretare per il pubblico non specialistico, creando una situazione in cui spesso è data pari importanza a interlocutori che, sul piano oggettivo delle competenze (come nel caso del negazionismo climatico), non ne hanno o, ancora, si alimentano paure prive di fondamento (come nel caso delle cosiddette “scie chimiche”). Di questi argomenti occorre oggi offrire una rappresentazione adeguata, che non dia spazio ad errori interpretativi, a false credenze o a dicotomie inesistenti. A differenza di altre “carte” dedicate ai giornalisti, nel caso di una “carta dell’informazione ambientale” non si intende proteggere una categoria (come fa la carta di Treviso per l’infanzia) ma dare una regola (come fa la carta sull’informazione economica).

Perché oggi? Perché crisi climatica, dissesto idrogeologico e inquinamento – e potremmo continuare – sono oggi ad un livello tale che non abbiamo più tempo da perdere. Su questi temi la responsabilità dell’informazione è totale. Portare a conoscenza dei cittadini i temi della crisi ecologica è una responsabilità particolarmente gravosa: sottacere un’informazione o dare voce ad una fonte sbagliata equivale a rendersi partecipi involontari di un disastro.

La trattazione di questi temi introduce una sostanziale novità nel giornalismo: non significa più essere solo cronisti, riportare cioè l’accaduto, ma sovente significa anticipare gli stessi eventi, raccontando le dinamiche che li potranno precedere (pensiamo al rischio esplosivo del Vesuvio o, su altra scala, ai cambiamenti climatici). Fornire ai cittadini e ai decisori politici gli strumenti su cui pianificare e costruire il futuro delle prossime generazioni. Per questo v’invitiamo a contribuire alla stesura della Carta dell’informazione ambientale di cui trovate on line una bozza di sommario da integrare, commentare, nutrire di contenuti. La versione definitiva, sulla base del calendario che proponiamo sempre nel documento, sarà sottoposta al voto assembleare a nome di tutti gli autori che avranno contribuito.

Marco Gisotti, Fima

4 Comments so far:

  1. […] di Ecomondo (presso il “Social media corner”). Al centro del dibattito ci sarà la “Carta dell’informazione ambientale”, un documento che fissi dei parametri di qualità e aiuti soprattutto le nuove generazioni a […]

  2. […] partecipare potete leggere la proposta introduttiva di Marco Gisotti e commentate e integrate il documento on line. Se volete potete anche spedite una riflessione da […]

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