Sardegna, informazione su Cleopatra confusa e approssimativa

Home  /  Comunicati  /  Sardegna, informazione su Cleopatra confusa e approssimativa

On Novembre 20, 2013, Posted by , In Comunicati, With No Comments

«Molta cronaca e poca informazione su cause ed effetti della prima tempesta tropicale in Italia del nubifragio del 18 novembre sulla Sardegna – sintetizza così Mario Salomone, presidente della Federazione italiana media ambientali (Fima) commentando l’informazione sul disastro in Sardegna – Nelle prime ore dopo la tragedia abbiamo visto una ridda di articoli, e di dichiarazioni di politici, puntare il dito o contro l’eccezionalità climatica o contro un generico “assalto al territorio da parte del cemento” senza dare la giusta dimensione all’aspetto scientifico-ambientale del fenomeno che per le sue caratteristiche complesse non può essere semplificato. È  il primo in Italia e rappresenta un vero e proprio punto di svolta sul fronte del clima. Un dato è chiaro. Il Mar Mediterraneo ormai ha incamerato tanta energia da poter innescare tempeste tropicali, si sta via via riscaldando per cui nei prossimi anni ci si dovrà aspettare il ripetersi sempre più frequente di fenomeni simili. E ciò va detto ai cittadini senza remore e mettendo in risalto come migliaia di immobili nel nostro paese siano a rischio idrogeologico perché realizzati in maniera abusiva, e poi condonati, o peggio in base a folli varianti dei piani regolatori, realizzate da una politica senza scrupoli, alla ricerca del consenso elettorale immediato. Questo è ciò che deve dire, facendo nomi e cognomi, un’informazione degna di questo nome, ed è questo che stanno facendo da anni i giornalisti ambientali nelle poche testate che affrontano questi scomodi argomenti, anche quando la “tempesta” è passata. Prova ne è l’assenza dai media della Cop 19 di Varsavia sul clima. Mai come in questi casi un’informazione puntuale che metta in relazione cause ed effetti e che punti il dito verso i responsabili, materiali e politici, dello scempio del territorio è un servizio ai cittadini. Portare alla ribalta temi come questi e incalzare i decisori a invertire la rotta su questioni come la cementificazione non sarà semplice, ma un passo avanti sarebbe un dispositivo legislativo che impedisca le querele temerarie verso i giornalisti, spesso freelance, che troppo spesso politici e grandi gruppi immobiliari, intraprendono per fermare le inchieste».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *