
di Luca Mercalli – Presidente della Società meteorologica italiana, giornalista e docente
Come va la comunicazione ambientale in Italia? Maluccio, è sofferente proprio come l’ambiente di cui si dovrebbe occupare. Le questioni ambientali, infatti, sono argomenti complessi, che richiedono ampie e variegate competenze scientifiche connesse a brillanti capacità comunicative. Riguardano quasi sempre situazioni socialmente ed economicamente delicate, e necessitano del dialogo tra scienze dure e scienze umane. Raramente tutti questi elementi sono riuniti per fornire ai cittadini e ai decisori un’informazione completa, oggettiva, autorevole e responsabile. Eppure è proprio lì che dobbiamo arrivare se vogliamo che la cultura ambientale, oggi così urgente e così necessaria, salvi il Paese
Molti media si affidano a personale non preparato, privo di una formazione scientifica sufficiente a descrivere problematiche che hanno quasi sempre a che fare con chimica, fisica, scienze della terra, biologia, medicina. Lo si vede già dalla confusione che viene fatta sulle unità di misura!
I grandi intellettuali italiani che firmano gli editoriali e condizionano la cultura, salvo rarissime eccezioni, sono concentrati sui problemi economici e sociali e non allargano mai (o non hanno la competenza per farlo) lo sguardo ai fattori ambientali che sostengono e governano l’economia e la società. L’ambiente in Italia non esiste, se non come drammatica emergenza o come ostacolo alla crescita economica.
Abbiamo eccellenti scuole di giornalismo scientifico, ma purtroppo i giovani che ne escono quasi sempre non trovano la posizione che spetterebbe loro nelle redazioni dei media e sono costretti a fare altri mestieri, privando l’informazione di innovativi contributi e punti di vista molto più avanzati rispetto a un pensiero “ambientalista” ormai asfittico e logoro.
Dall’altro lato, la comunità scientifica italiana è poco avvezza a comunicare: impegnatissima a pubblicare sulle riviste internazionali in lingua inglese, trascura la diffusione dei propri risultati a livello nazionale, ritiene la divulgazione una perdita di tempo e un’attività di scarso prestigio, e non ha ancora saputo avvalersi dei comunicatori scientifici per far da tramite con il grande pubblico.
È importante colmare al più presto queste mancanze, in quanto il successo e l’attuazione di una politica di vaste vedute che protegga a lungo termine l’ambiente e la qualità della vita dipende non solo da leader competenti e onesti, ma da quanto sostegno forniranno loro le grandi masse di cittadini. E senza un’eccellente comunicazione ambientale, non ci saranno cittadini informati e non ci sarà politica ambientale.