
In qualità di socio Ferpi (Federazione Italiana delle Relazioni Pubbliche), lo scorso ottobre ho presentato una progetto nazionale per lavorare con le delegazioni territoriali sulla questione “Infrastrutture & Condivisione: il ruolo delle r. p. nei processi inclusivi per la realizzazione di grandi opere infrastrutturali ad impatto ambientale”. Molti dei delegati, in particolare i rappresentanti di Toscana, Piemonte, Veneto, Emilia, Sud, Abruzzo e Liguria, hanno già dato disponibilità a lavorare in tal senso. Da dove nasce la proposta?
Crisi economica e conseguente riduzione di risorse pubbliche e dei consumi, sensibilità e attenzione crescenti verso la sostenibilità dei processi, dei prodotti e degli stili di vita, crisi di fiducia e conflittualità crescente nei confronti dei decisori sul territorio: in mezzo ai vertici di questo triangolo s’inseriscono le scelte di istituzioni, imprese e cittadini. Superfluo rimarcare quanto la comunicazione, intesa nel suo significato originale di “messa in comune”, assuma un valore strategico nella facilitazione di tali scelte e nella costruzione di “ponti” tra gli interessi contrastanti e spesso conflittuali in campo.
Anche a livello legislativo si stanno muovendo i primi passi per cercare d’introdurre e sperimentare forme e modalità innovative di partecipazione dei cittadini ai processi di costruzione delle politiche pubbliche e delle scelte collettive: nell’agosto 2013 in Toscana è stata varata la nuova legge regionale sulla partecipazione che per la prima volta prevede l’obbligatorietà dell’istituto del “Dibattito Pubblico” per le opere d’importo superiore ai 50 milioni di Euro, mentre a livello nazionale il Ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, ha recentemente proposto al Consiglio dei Ministri d’introdurre lo strumento del “Dibattito Pubblico” per le opere del Paese.
Da qui la volontà di FERPi di cogliere opportunità tematiche e relazionali in chiave locale e attivarsi per mettere a fattor comune una serie di esperienze e competenze che esistono nella Federazione, puntando sul reale valore aggiunto di FERPi che sta nel poter fare cultura su questo tema, relazionandosi e confrontandosi (anche in termini dialettici) con gli altri soggetti impegnati nella costruzione di uno sviluppo sostenibile.
Nella missione di FIMA si legge: «Frammentazione e particolarismi sono un male storico dell’Italia. “Federarsi” vuole dire mettere insieme diverse visioni e diversi punti di vista, nonché le specificità di ognuno: da qui può nascere una visione generale basata sul denominatore comune di un nuovo paradigma economico e culturale, nel cammino verso una “green society”». Nella diversità dei ruoli e degli obiettivi di entrambe le federazioni, l’analisi, la riflessione e il confronto su te specifici e, più in generale, sulla comunicazione ambientale, rappresentano un terreno comune di sperimentazione. In particolare, la collaborazione tra comunicatori e operatori dei media, diventa strategica per lo sviluppo del progetto “Infrastrutture & Condivisione”: soltanto attraverso una continua alimentazione e uno scambio virtuoso tra “vasi comunicanti” l’iniziativa può segnare un punto nel “fare cultura” e nel ricercare soluzioni a problemi endemici che attanagliano il Paese, sempre più “bloccato” da sospetti, paure e, appunto, incomunicabilità.
La nostra proposta, che porteremo all’assemblea del prossimo 7 novembre, sarà quella di aprire il dibattito su questi temi, creando nel tempo le condizioni per un confronto stabile tra Fima e Ferpi a livello locale e nazionale su come creare insieme le migliori condizioni perché i cittadini, attraverso l’informazione ambientale e la messa a punto di processi condivisi, possano partecipare alle scelte e misurarsi in maniera consapevole con lo sviluppo del territorio.
Sergio Vazzoler, Delegazione regionale Lombardia di Ferpi